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venerdì 30 novembre 2012

Il mio primo articolo!

Oggi è uscito sul Meltin Pot di Viterbo il mio articolo sullo Yoga Kundalini nella sezione Salute & Benessere. 

Il merito non è stato mio, ma di Bachan e Gurudass, fondatori del Centro Ram Dass, che hanno pensato di parlare della loro attività attraverso la mia storia. In queste righe racconto come lo Yoga Kundalini ha cambiato, e sta cambiando, la mia vita.



Dato che non mi pare che si legga bene nella foto, ve lo riporto per intero: 

Un mantra riecheggia nella stanza e volti sereni disposti in file si muovono al ritmo del respiro. Belli come delle statue indiane. E mentre guido come un direttore d’orchestra questo meraviglioso spettacolo di anime che vibrano all’unisono, mi torna in mente che solo ieri ero anche io dall’altra parte. 
Qualche anno fa passeggiando per Viterbo mi imbatto in un cartellone pubblicitario. “Kundalini Yoga: lo Yoga della consapevolezza” recita il manifesto e in men che non si dica mi ritrovo in un delizioso centro a Bagnaia a fare la mia lezione di prova.
Iniziamo con un incomprensibile mantra. A seguire un breve riscaldamento atto a risvegliare la nostra spina dorsale. Perché pare che la nostra giovinezza si possa misurare dalla flessibilità della nostra schiena. Poi comincia una sequenza di posture abbinate al respiro. Ogni volta si lavora su qualche elemento specifico che può essere il sistema immunitario, uno o più Chakra (centri energetici), la gestione di emozioni come la rabbia, il sistema nervoso, l’eliminazione delle tossine, ecc.
Dopo un rilassamento profondo, si passa ad una breve meditazione. Non avevo mai meditato in vita mia. Ed è difficile! Nonostante sono impegnata a cantare un mantra e a tenere una particolare postura, la mia mente è immersa in pensieri che si susseguono senza sosta e senza una logica vera e propria. Non avevo fatto mai caso a quanto potesse essere indisciplinata!
Tiro un primo bilancio della situazione: alcune posture sono dure, altre più rilassanti, e tutto è sempre associato al respiro che a volte si fa vigoroso, a volte lento e profondo. Sembra che lo scopo ultimo sia il risveglio della Kundalini, un’energia vitale presente in tutti noi, che giace dormiente alla base della nostra spina dorsale. Una volta destata porta consapevolezza nella nostra vita.
Teoria a parte, l’impatto è forte. Qualcosa dentro di me si è mosso. E si è mosso in maniera potente e vigorosa. Lo Yoga Kundalini ti travolge. È come una forza che cresce dentro la tua pancia e ti rende invincibile. È un incredibile strumento di conoscenza e di autoguarigione che ti permette di entrare in contatto con la tua vera identità dandoti la forza di trovare la tua strada in questa vita.
I cambiamenti cominciano ad arrivare dalla prima lezione. Respirare consapevolmente è meraviglioso! Come pure regalarsi la possibilità di stare per un'ora e mezza con gli occhi chiusi in ascolto del corpo e della mente. Ai giorni nostri, con lo stile di vita che abbiamo, quello che ci da lo Yoga è davvero un bene preziosissimo. Il nostro sistema nervoso ne trae benefici inimmaginabili e ci si ritrova, un piccolo passo dopo l’altro, ad essere più resistenti allo stress ed alle arrabbiature, più sereni, più aperti verso il prossimo ed anche più belli! Perché la bellezza è uno stato mentale che non si può ottenere con creme e dieta. La vera bellezza viene da dentro e risplende nella tua aura. 
E così dopo alcuni anni di pratica ho deciso di regalarmi il corso per diventare anche io insegnante di Yoga ed il mio percorso si è così arricchito di tante nuove esperienze e studio, e soprattutto mi ha fatto entrare in contatto con delle bellissime anime.  
Da quest’anno i miei insegnanti Bachan e Gurudass, fondatori del Centro, mi hanno dato la possibilità di tenere una lezione a settimana. E così muovo i primi passi nell'insegnamento dello Yoga Kundalini. Da qualche mese ho cominciato a tenere un blog dove annoto esperienze e pensieri sul (mio) mondo dello Yoga e non solo. Se volete andare a sbirciare l’indirizzo è kalyanlovesyoga.blogspot.com.
Dulcis in fundo mi presento. Il mio nome spirituale è Kalyan Kaur e vi aspetto al Centro Ram Dass di Bagnaia (Viterbo).

martedì 27 novembre 2012

Il massaggio ayurveda.


È un periodo di grande fermento per me. Ho novità in tanti (tutti!) i campi della mia vita e questo è meraviglioso, ma al tempo stesso richiede anche tanta energia, determinazione e stabilità mentale ed emotiva.  

Le mie nuove esperienze di insegnamento nello Yoga, i progetti di vita che forse non rimarranno tanto a lungo solo “progetti”, il Teacher Training 1 di Kundalini che si è concluso questo week-end…insomma ne ho per tutti i gusti! E per resistere a tutto questo rimanendo centrata mi affido come al solito allo Yoga, alla meditazione e da poco ho introdotto anche dei massaggi ayurvedici.

Il massaggio ayurvedico non ha finalità semplicemente estetiche o di rilassamento. La parola stessa deriva da ayur, durata della vita o longevità e veda conoscenza rivelata. È  un sistema medico molto complesso, ancora oggi utilizzato in India, che permette di migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo.

Personalmente lo vivo come una forma di meditazione in cui l’attenzione è tutta rivolta all’ascolto del corpo, delle sensazioni e delle sue risposte. Focalizzare sul contatto ed il profumo degli oli essenziali caldi utilizzati e delle mani esperte della massaggiatrice è un’esperienza sensoriale a 360°. Il massaggio è lungo e profondo e dura circa un’ora e mezza. Viene trattato tutto il corpo. Un ottimo regalo da concederci, perché ci permette un contatto profondo con noi stessi, con la nostra fisicità.  

Lei è Hari Karam, insegnante di Yoga Kundalini, formata nel campo dell’ayurveda con vari corsi in India ed in Italia. Nel suo tocco c’è amorevolezza, ma anche energia e determinazione. La sua presenza è costante e ci avvolge nella sua aura donando un senso di benessere e protezione. Si percepisce di come si avvalga del respiro per incanalare le sue energie nei nostri confronti.  

Si può prenotare un massaggio anche in casa propria. Se la volete contattare il suo numero è: 349 72 08 889. 


lunedì 29 ottobre 2012

Stay tuned on kalyanlovesyoga.blogspot.com

Eccomi qua, senza starvi a spiegare nel dettaglio vi dico solo che da oggi si torna alla normalità. Aggiungendo che la si apprezza davvero tanto dopo un periodo un po' stressante. (E sapendo anche che purtroppo la mente ne sarà di nuovo presto stufa). 

Però c'è di buono che ho un po' di novità da raccontarvi, prima tra tutte che sono stata relatrice in un convegno sul benessere al Pianeta Benessere lo scorso 21 ottobre, con l'arduo compito di parlare di Yoga. L'interesse suscitato tra gli spettatori è stato di gran lunga superiore alle aspettative. Devo concedermi che un po' è stato merito mio, in quanto mi sono permessa di punzecchiarli e farli un po' ragionare sulla nostra condizione di esseri umani in questa era.

E visto che da cosa nasce cosa, questo pomeriggio alle ore 18.00 sarò ospite presso l'associazione Arte e Benessere di Bomarzo per presentare l'apertura di un nuovo corso di Kundalini Yoga.

Vi aspetto :)




venerdì 5 ottobre 2012

Meditiamo insieme.

Non ci prendiamo in giro: portare avanti la pratica individuale è difficile e necessita di una ferrea disciplina sostenuta da una "retta motivazione", per dirlo alla buddhista. E sappiamo anche bene che l'una necessita dell'altra. Se la disciplina non è sostenuta da una corretta motivazione, vanificheremmo gran parte dei risultati. Anche parlare di risultati è scorretto: non si  medita per un fine. Ma ahimè, per noi poveri esseri umani (non risvegliati e soprattutto molto occidentali) non avere un fine, equivarrebbe ad essere già due metri sotto terra. 

Da queste considerazioni nasce l'idea di riunirsi per praticare  delle sedute di meditazione  da 62 minuti nel centro dove faccio Yoga. Grazie al sostegno del gruppo potremmo tutti beneficiare dell'esperienza di una meditazione più lunga che probabilmente a casa da soli non avremmo fatto perché la nostra mente avrebbe trovato mille giustificazioni ed avremmo finito per darle retta. Come spesso accade. :)  

Un'esperienza analoga l'avevo fatto qualche anno fa al piccolo tempio Buddhista di Viterbo gestito da una comunità srilankese. Ci siamo riuniti per diversi mesi per praticare la meditazione Vipassana in sedute da 2 ore, alternando la meditazione seduta a quella camminata. Unire una giornata di pratica intensiva settimanale alla pratica quotidiana da innumerevoli benefici che chi medita potrà facilmente immaginare.

Oggi, venerdì 5 ottobre, cominceremo il primo di una serie di incontri di meditazione alle ore 15.00 presso il Centro Ram Dass,  di Bagnaia, che attualmente mi ospita anche come insegnante di Kundalini Yoga il mercoledì alle 20.00. L'ingresso è libero e gratuito, o si può scegliere di lasciare un'offerta. Assieme decideremo con che cadenza incontrarci, spero almeno quindicinale. Faremo delle meditazioni secondo gli  insegnamenti del Kundalini Yoga così come insegnato da Yogi Bahajan.

(E magari proveremo anche la Vipassana una volta se ne avrete voglia).



martedì 11 settembre 2012

Al via gli incontri nel nostro "Salotto di Meditazione".

Alle 20:00 io ed Amelia eravamo già là. Abbiamo dato una mano a sistemare sedie e tappetini (Amelia più che altro ci si è seduta sopra) e siamo rimasti tutti in trepidante attesa. Perché per organizzare questo tipo di iniziative ci vuole un po' di coraggio. E Bachan, insegnante di Yoga Kundalini, nonché presidente dell'Associazione del Centro Ram Dass di Viterbo, ne ha da vendere!

Anche questa volta la nostra città ci ha piacevolmente stupite. In tanti sono accorsi all'iniziativa e la Libreria del Teatro è diventata un vero e proprio salotto in cui ci siamo confrontati sul tema della meditazione. Discutendo e provandone piccoli assaggi, abbiamo condiviso le nostre esperienze ed è stato bello sentire le parole sia di chi pratica che di chi è alla prime armi, o addirittura non aveva mai provato a chiudere gli occhi e restare in ascolto del presente. 



Abbiamo tentato un primo confronto tra vari tipi di meditazione, sfruttando i presenti all'incontro. Abbiamo così accennato alle meditazioni che si fanno nello Yoga Kundalini, le meditazioni di Osho, ed anche la Vipassana, la meditazione insegnata dal Buddha. Su quest'ultima ho fatto personalmente un piccolo intervento, ma spero che avrò modo di approfondirne qualche concetto in maniera più completa durante il 3° incontro, quello di venerdì 21 settembre. 

Approfitto quindi per ringraziarvi della vostra magnifica presenza e per ricordarvi che i prossimi appuntamenti saranno:

  • domenica 16 settembre alle ore 21:00;
  • venerdì 21 settembre alle ore 21:00;
  • domenica 30 settembre alle ore 21:00.


giovedì 6 settembre 2012

Kundalini Yoga a Viterbo.

Sono finalmente lieta di presentarvi il nuovo "biglietto da visita" del Centro Ram Dass di Viterbo, dove proseguirà la mia esperienza di insegnamento per quest'anno. Ebbene sì (lo dico solo a voi in anteprima) pare che il mercoledì dalle 20:00 alle 21:30 si farà Kundalini con Kalyan! 

Proprio ieri ci siamo riuniti davanti ad un'ottima pizza per discutere orari e modalità (a pancia piena parlano meglio anche gli yogi) e devo dire che quest'anno ci sarà grande fermento al centro ed un sacco di nuovi orari per poter fare Kundalini Yoga. E ci saranno anche lezioni di Yoga in gravidanza e Baby Yoga (per neo mamme con bambini fino a 2 anni circa).

Devo ammettere che questo mi riempe di gioia e che sono certa che sarà un'esperienza di crescita senza eguali. Mi impegnerò al massimo delle mie possibilità per veicolare gli insegnamenti che ci ha lasciato Yogi Bhajan, continuando soprattutto a farne esperienza sul mio corpo con tanta pratica, ma anche attraverso lo studio ed il confronto.  

Per ora vi lascio qua sotto i contatti per avere tutte le informazioni necessarie e vi preannuncio che sabato 15 settembre ai Giardini di Ararat ci sarà la presentazione dei nuovi corsi.

fonte: www.ramdass.it

mercoledì 5 settembre 2012

Salotto di meditazione.

A partire da lunedì 10 settembre cominceranno una serie di appuntamenti, felicemente battezzati "Salotto di meditazione", alla Libreria del Teatro, sita in Piazza del Teatro a Viterbo. 

L'idea, promossa dal Centro Ram Dass, è quella di farsi una bella chiaccherata sul tema della meditazione e, perché no, provare anche a sperimentare varie tecniche. Parteciperanno alle discussioni persone legate a vari tipi di tradizioni di meditazione che porteranno la loro esperienza nel campo e ci permetteranno anche di provarne un assaggio. 

Vi elenco tutti gli appuntamenti:
  • lunedì 10 settembre ore 21:00
  • domenica 16 settembre ore 21:00
  • venerdì 21 settembre ore 21:00
  • domenica 30 settembre ore 21:00.




venerdì 31 agosto 2012

Due righe su "Il nobile ottuplice sentiero. L'essenza dell'insegnamento del Buddha" di Bikkhu Bodhi.

Vi segnalo un post con la recensione di un libro sull'insegnamento buddhista che ho letto anch'io questo inverno. Il post è tratto dal blog di uno scrittore emergente che seguo (che per dovere di cronaca è mio fratello, ma ciò non ne toglie assolutamente il valore) ed essendo l'argomento molto attinente con il mio blog, vi consiglio di leggervelo.


Se la recensione vi ha convinto e magari di pensare anche a fare questo piccolo investimento, il libro in questione è per l'appunto "Il nobile ottuplice sentiero" di Bikkhu Bodhi. Io l'avevo comprato qua





giovedì 30 agosto 2012

Dell'amore (che presunzione).

Oggi voglio parlarvi di un sentimento davvero sopravvalutato ai giorni nostri: l'amore. Dico sopravvaluto perché se ne parla tanto e tutto ció che ci circonda ne é farcito alla nausea.

Ormai è diventato anche la bandiera della nostro sistema economico e non c'è prodotto che non punti la sua strategia di marketing su questo. Che sia l'amore tra due individui, come quello per la famiglia o quello per la terra, abbiamo sempre tanto amore intorno. Roba da diabete.

Ci ricordiamo davvero cosa vuol dire amare? Riusciamo a scindere quel sentimento da cardiopalma che da dipendenza e che siamo abituati fin da piccoli a vedere nei film, dal vero amore, quello incondizionato?  A nome dei più oserei dire di no.

In una società dove tutto è regolato dal principio del possesso e dal consumo sfrenato, anche fare un figlio è diventato un atto di egoismo. Li reputiamo "nostri". Come può appartenere a qualcuno un'anima? Certo, in una società dove si può venire picchiati a morte da 3 ragazzi sconosciuti solo perché ci si è rifiutati di dargli i soldi che chiedevano, come si fa a non desiderare che siano tali? Peggio ancora quando ci si proietta sopra quello che non siamo riusciti a concludere nella nostra vita. 

E della coppia? Ne vogliamo parlare? Io mi sento di dire che oggi l'amore non è compreso. Ci si attacca morbosamente al partner, ci si aspetta che cambi. Si cerca la perfezione assoluta, quella in cui interessi e sesso vanno a gonfie vele, e per tutta la vita ci si bacia come adolescenti alla scoperta del primo amplesso. Sveglia. L'amore non è come ce lo mostrano nei film.

La coppia è dedizione, è lavoro su se stessi. La coppia ti sfida, ti fa crescere. Ma quanti di noi si impelagano in rapporti senza prima aver trovato loro stessi? Non si può desiderare che una persona cammini nel nostro sentiero della vita. Si nasce soli e si muore da soli. Si può però cercare di trovare qualcuno il cui sentiero corra parallelo al nostro. Che non lo intersechi mai se non per brevi distanze. E fino a che le strade correranno parallele si farà un pezzo di cammino insieme. 



P.S. sfogo personalissimo e assolutamente non esaustivo su quello che a quasi 34 anni credo di aver compreso sull'amore. 
P.P.S. purtroppo è ancora tutto da mettere in pratica. Sicuramente un giorno rileggendolo (sor)riderò di me :)

giovedì 23 agosto 2012

Voglio vivere di più.

L'estate, con le sue assolate giornate passate ad oziare sotto l'ombrellone, è sicuramente il periodo in cui leggo di più. Oggi vi voglio parlare di un libro che mi ha consigliato una carissima amica, in quanto a detta sua la protagonista l’ha fatta pensare proprio a me.


In effetti la prima cosa che ho pensato leggendo le due righe introduttive che si trovano nella copertina è stata: "Una cosa del genere la scriverò io prima o poi!". E così mi sono buttata a capofitto nella lettura di questo libro che racconta alcune delle esperienze che la scrittrice fa nel campo dell'arduo lavoro su sé stessi che una persona può decidere di intraprendere nella vita.

Nell'ordine, la Losada racconta della sua esperienza con:
-         il Feng Shui;
-         Anthony Robbins, un coach di quello che in italiano viene chiamato "Sviluppo Personale" (la traduzione in italiano gli fa perdere molto della sua carica di significato);
-         il ritiro di 10 giorni di meditazione Vipassana;
-         gli incontri con un Guru del filone dell'Advaita Vedanta (la Via della Pura Idea);
-         una curiosa esperienza tra sciamani ed allucinogeni in un villaggio disperso nella giungla del Perù.

Dopo aver letto del primo argomento devo ammettere che ho subito comprato un libro sul Feng Shui che lei stessa consiglia. Mi sono subito sentita presa in causa perché sto troppo poco in casa ed attribuisco questo problema anche al fatto che forse per alcuni versi non è un ambiente sufficientemente equilibrato e rilassante per me. Infatti al di là delle teorie sulla disposizione delle cose sulla base degli elementi (terra-aria-acqua-fuoco-etere), il Feng Shui propone anche molte soluzioni utili, razionali e soprattutto fattibili che potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono assolutamente.

Il capitolo su Anthony Robbins mi ha incuriosito perché avevo letto da poco un libro sulla legge di attrazione (per una serie di congiunzioni astrali), che lungi dall’essere una verità assoluta, racchiude comunque in sé un punto di vista che non trovo pienamente sbagliato. Per sintetizzare la tesi che si sostiene è quella che è il nostro stesso pensiero a creare la realtà che ci circonda e le cose che ci accadono. Utile spunto per vivere con un sano ottimismo e avere il coraggio di mettersi in gioco nella vita. Partecipare ad uno di questi “raduni” allo stesso tempo è comunque una grande “americanata” ed una cosa di cui personalmente adesso non sento davvero il bisogno.

È sul racconto del ritiro di meditazione Vipassana che la Losada mi stupisce. Direi proprio che non avevo immaginato di trovarci il diario di questa esperienza. Al di là del fatto che l’argomento viene volutamente trattato con ironia, l’autrice lì per lì non pare comprendere appieno a cosa serve la meditazione Vipassana. Però a quanto pare riesce a resistere per 10 giorni ad 11 ore di meditazione quotidiana, al voto del silenzio ed al distacco da cellulare e qualsiasi altra forma comunicazione con l’esterno. Inutile dire che prima o poi lo farò. Personalmente è una carta che mi tengo per un momento futuro di crisi, dato che ora sto portando a termine il Teacher Training 1 di Kundalini.
 .
Il capito su Mooji, il Guru dell’Advaita Vedanta è stato come una boccata di aria fresca. Emerge forte dal ritiro di Vipassana in poi, la consapevolezza di una sorta di dialogo interno tra diversi livelli di coscienza. Possiamo chiamarli sé superficiale e sé profondo se vogliamo. Fatto sta che l’apprendere la capacità di osservare la propria mente è una primo passo verso una comprensione più profonda della nostra vera essenza spirituale. La Via della Pura Idea si basa proprio sulla consapevolezza che può nascere ponendosi alcuni quesiti che favoriscono il risveglio. Capitolo non facile da spiegare in due parole, quindi, se l’idea di comprare questo libro vi sta balenando in testa, vi consiglio di leggervelo!

Il libro si conclude con il racconto dell’esperienza del viaggio sciamanico con l’ayahuasca, un allucinogeno naturale, nella foresta amazzonica. Pare che, se non si abbiano sintomi indesiderati (nei quali purtroppo incappa la Losada), l'ayahuasca possa essere consierato un vero e proprio viaggio all’interno di sé stessi per mezzo di visioni che la sostanza procura. Beh, non starò di certo a raccomandarvi di prendere un allucinogeno naturale, ma vi lascio fare in merito le vostre personalissime considerazioni.

E con questo, e l’ammissione di essere tornata l’anno successivo al ritiro di Vipassana nonostante le resistenza della sua mente,  il libro si conclude. Una lettura piacevole e frizzante come una commediola al cinema. Un libro che tratta temi profondi con estrema leggerezza e simpatia. Per non prendersi mai troppo sul serio.


  

P.S. Se vi state domandando se mi abbia pagato nessuno per questo post, la risposta è ovviamente NO! Semplicemente credo che qualcuna delle persone che mi seguono lo troverà una simpatica lettura. Spero di non avervi annoiato. J






mercoledì 8 agosto 2012

Agosto mente mia non ti conosco!

Ebbene sì, anche quest'anno l'estate mi ha trascinato via con sé. Dapprima un po' timidamente, grazie anche al fatto che mi sono aiutata nel non mollare la pratica grazie alla magica possibilità di insegnare che il centro dove faccio yoga mi ha dato.

Ma luglio è finito e si è portato via la mia pratica quotidiana. Dapprima ridotta. Poi a giorni alterni. E così in un attimo la mente ha sopraffatto cuore e convinzioni ed ha ripreso pieno possesso della situazione.

Beh devo ammettere che anche lo scorso anno andò precisamente nello stesso modo. Ma evidentemente neanche questa consapevolezza è riuscita a fermare la scimmia che alberga nella mia mente. E che giustamente vuole andare in ferie.

Eppure ero convinta di avere interiorizzato alcune "cosette". A quanto pare (non faccio nomi tranquilli!) anche alcuni colleghi che stanno facendo il Teacher Training 1 con me si sono un  po' arenati. Ma come proprio questa volta che ci avevano assegnato la possibilità di portare avanti una meditazione per 90 giorni!

Ma la sera si esce di più, la domenica si va al mare. Perché in inverno non siamo sempre super impegnati lo stesso? Eppure c'è stato un momento in cui la sveglia mi faceva letteralmente saltare giù dal letto per fare un kriya, leggere il Japji, o anche semplicemente fare la meditazione da 11 minuti.

Ormai sarà un pezzo che vi chiedete dove voglia arrivare. In realtà oltre a condividere come mi sento, cerco di darmi una motivazione a riprendere quanto prima. Non importa quanto sia stata ferma. L'importante  è che anche quando si mette in discussione tutto, ci sia poi una voce che arriva da dentro che ti dice che devi avere fiducia e che devi andare avanti.

Lavorare su sé stessi è il compito più arduo che si possa decidere di compiere nella vita. Più di qualsiasi avventura o epopea. Nel silenzio della meditazione scopri di avere due grandi problemi. Il primo è che hai una mente che ti rende schiavo di te stesso, intrappolandoti in una rete che non segue un filo logico. Ed il secondo, solo all'apparenza più banale, è che non ti eri mai reso conto di cosa vuol dire essere consapevoli di avere un dito mignolo nel piede destro.


giovedì 2 agosto 2012

A piedi nudi sulla terra: un libro da leggere tutto d'un fiato.

Mi trovavo a Capalbio senza nulla da leggere e così al volo sono entrata in libreria ed ho preso uno dei tanti libri che ho nella mia lista immaginaria. Non volevo il classico libro di approfondimento sullo yoga o la meditazione, ma un vero e proprio romanzo. E così sono uscita felicemente con il libro di Folco Terzani in mano.

Non avevo grandi aspettative a dire il vero. Credo che vivere il ruolo di figlio del grande Tiziano sia a dir poco scomodo sotto certi punti di vista. Ed infatti Folco non ci pensa neanche a scimmiottare il padre, ma realizza ciò che gli riesce meglio: un documentario. Questa volta in parole.

E così dopo il preludio della breve esperienza da sadhu dello stesso Folco, comincia la meravigliosa storia di Cesare, italianissimo hippie che ad un certo punto della sua sua folle vita sceglie di lasciare tutto e diventare un "Baba", un sannyasin, un rinunciatario.

Ciò che appare impensabile ai nostri occhi, in realtà è pratica ad oggi ancora diffusa in India. Ci si spoglia di ogni bene materiale: niente soldi, niente casa, niente relazioni sentimentali niente abiti. Vivendo lo stesso amore con la consapevolezza che anche le relazioni sentimentali sono una costruzione sociale ed una forma di attaccamento che va abbandonato. Per entrare in comunione con la Coscienza Universale basta una coperta per coprirsi e si vive alla giornata.

Baba Cesare racconta come ha vissuto con quello che Dio gli ha donato. Quasi fosse entrato in una sorta di comunione mistica con la realtà che lo circonda senza in alcun modo appartenergli, egli vive in uno stato di grazia in cui le cose arrivano.

E così la sua vita si dispiega nelle pagine del libro, offrendoci una chiave di lettura di questa nostra incarnazione totalmente opposta al nostro modo di vivere. La nostra società che millanta di essere fondata sulla libertà ci ha reso schiavi. Schiavi delle convenzioni, schiavi del capitalismo, schiavi del nichilismo dilagante e della mancanza di qualsiasi forma di devozione. Una società fondata sul più grande errore concettuale mai commesso dall'uomo: credere che la libertà nasca dall'esaltazione e l'esasperazione dell'ego. Eppure i saggi indiani già 7.000 anni prima di Cristo avevano scoperto il contrario.

Baba Cesare ha scelto di vivere. Ha scelto di non passare la sua esistenza seguendo un modello imposto che non ti aiuta a coltivare la tua presenza mentale. E come potresti se dentro di te c'è una voce che ti dice continuamente di fuggire?

E Baba Cesare va. Libero dalla società. Libero dai ogni forma di attaccamento.

Libero.


venerdì 27 luglio 2012

Una prima esperienza di insegnamento.


Agosto è alle porte e questo ultimo mese di lavoro è stato molto impegnativo, perché oltre alle scadenze annuali tipiche del mio ufficio, ho fatto uno “stage” al Centro Ram Dass. Potrei dire uno stage senza tutor. Ho infatti avuto il compito di tenere aperto il centro dove normalmente faccio Yoga con due lezioni settimanali.

Stare dall’altra parte della sala, vicino alla foto di Yogi Bhajan, è stata un’esperienza che mi ha molto arricchito. Una grande verità che ho compreso è che non ti trovi davanti semplicemente delle persone, ma puri aggregati di energia. Conducendo i Kriya dovevo guidare, contenere e gestire qualcosa di impalpabile, ma davvero potente.

Questa verità sovverte il mio miope modo di vedere il prossimo. Andando in giro per le strade ho sempre visto degli individui. Ho cercato il loro sguardo o il loro sorriso, ma non mi sono mai soffermata sul loro essere "esseri luminosi". Ora che ho cominciato a percepirlo, mi auguro che niente potrà rimanere come prima.

Ho visto nei loro volti a volte rilassatezza, a volte fastidio. Ma anche fatica, sonnolenza e, certo, anche benessere! Ed ho riconosciuto in quei volti l’umanità intera. Persi dentro Maya, cerchiamo disperatamente un contatto con il nostro sé profondo: il nostro sé spirituale. E per me sarà un impegno e un onore guidare le anime che mi troverò davanti.

Guidando loro, ho guidato me stessa in un altro stato di coscienza. L’insegnante non fa il kriya, ma ne fa solo una dimostrazione per i discenti, eppure gestire quello spazio sacro mi ha ha dato un primo assaggio di cosa sia la Bhakti (la devozione), un concetto che non avevo mai esperito sulla mia pelle.

Si può arrivare in un centro Yoga per tanti motivi. C’è chi lo fa per curiosità, chi per piccoli problemi di salute, chi per ansia o depressione. Ma già dal primo Ong Namo, per quanto possa sembrare folle, ci si rende conto della sacralità di questa antica disciplina nata ben oltre 5.000 anni fa. Indipendentemente dal tipo che si sceglie di praticare, ci si ritrova ben presto a muovere i primi passi su un sentiero inesplorato: un vero e proprio cammino spirituale. Un cammino che ci porterà nel corso delle vite ad una ricongiunzione il nostro vero Io. Le barriere dell’ego cadranno e saremo Pura Energia che vibra nell’Universo. 



lunedì 25 giugno 2012

Il mio centro calmo e tranquillo.


Se oggi mi domandassero perché cominciare a meditare, o intraprendere un percorso spirituale, risponderei “per costruire un centro calmo e tranquillo”.

Quello che intravedo all’orizzonte nel mare della mia anima è una boa. Anche se il mare è in tempesta, lei non si muove più di tanto.

Un giorno questa boa si fonderà con il mare. E sarà pura grazia. 


giovedì 21 giugno 2012

Il mondo è bello perché è vario.


Ieri sera una mia amica mi ha chiesto che cosa è la meditazione ed a cosa serve. La domanda mi ha un po’ spiazzata perché avrei sintetizzare in due parole un universo che purtroppo ai più non è noto. Eppure ultimamente la ricerca scientifica ha dimostrato i suoi benefici e escono regolarmente su quotidiani e riviste specializzate di medicina articoli sulle nuove scoperte.

Però c’è da prendere atto del fatto che venire a contatto con queste discipline, che per molti sono considerate una “cavolata” (passatemi il termine perché loro avrebbero detto di peggio), è una questione di Karma.

Ci sono persone che nella vita non entrano a contatto con questo mondo, come pure persone che ne hanno un primo assaggio e dicono che non fa per loro, che gli fa saltare i nervi. In realtà probabilmente sono i loro nervi ad essere KO e con la meditazione non farebbero altro che distenderli.

Ci sono persone che non sanno che la mente mente (che è anche il titolo di un libro di Osho), o che non conoscono la differenza tra la mente superficiale e profonda.

Ci sono persone il cui ego la fa da padrone e non si curano del resto. Non vogliono avere una coscienza universale e non ne vogliono sapere di essere parte del Tutto. Non accetteranno mai l’idea della mancanza di confine tra mente e corpo. Figuriamoci tra corpo e resto dell’universo.

Ci sono persone che reputano il buddhismo una disciplina da depressi solo perché la parola dukkha è stata malamente tradotta con “sofferenza”. Il termine pali significa semplicemente “difficile da sopportare”. Il resto va da sé.

Ci sono persone che pensano che i mantra siano una sciocca cantilena e non sanno che la vibrazione del suono è così potente da poter cambiare il flusso energetico di quello con cui  vengono a contatto.

Ci sono persone che vengono a contatto con gli insegnamenti, ma che se interessano in  maniera puramente scientifica. Sono assetati di conoscenza e hanno come la sensazione che questo già li cambi, ma senza la pratica quotidiana, la mente non può cambiare i suoi schemi.

Ci sono persone che cominciano a praticare e trovano la meditazione un aspetto naturale della vita, probabile frutto dell’esperienza nelle loro vite precedenti.

Ci sono persone che cominciano a meditare e si trovano a fronteggiare una mente potente ed agguerrita. Non ne vuole sapere di essere domata ed a tratti issano bandiera bianca, a tratti si riforniscono di pazienza e ripartono all’attacco. 

Perché in questa "guerra" non si vince con le armi. Si vince con il cuore.

lunedì 18 giugno 2012

L’esperienza del Venus Kriya.


Durante lo Yoga Shake di ieri, Bachan, insegnante del mio centro, ha guidato con forza e maestria un Venus Kriya. E’ la seconda volta che mi capita di farlo e trovo che sia un tipo di meditazione molto intenso. Non è la solita pratica in cui ci si siede nel mezzo loto con noi stessi, ma si lavora con tutti i presenti. Poi ci si siede a coppia con la prima persona che ci si trova davanti per una meditazione.

Occhi negli occhi con uno sconosciuto. Mani nelle mani.

Quello che si sperimenta è la dualità io-altro, la polarità uomo-donna. Apparentemente sembra facile, ma nella pratica sostenere lo sguardo dell’altro non è semplice. Ci vuole equilibrio e spesso l’ego si mette in mezzo. Alcune persone non riescono a reggere la pressione di uno sguardo. Altre vogliono condurre il gioco.

Trovare un equilibrio e sostenere l’altro è parte del gioco. L’esperienza, per chi ha il coraggio di mettersi davvero in discussione è fortissima. 

Abbiamo chiuso la classe schiena a schiena. L’insegnante ci ha chiesto di percepire e memorizzare il sostegno dell’altro. Il contatto in questa posizione diventa forte: il supporto diventa anche fisico.

Percepisco dal movimento il respiro di un altro essere. L’eco della sua voce durante il “Sat Nam” finale mi riempie il cuore. Sembra quasi uscire dai miei stessi polmoni, come se le casse toraciche si fossero fuse.  

Intorno a noi le voci degli altri riecheggiano nel bosco. Anche gli alberi respirano e cantano con  noi. Per qualche instante con estrema chiarezza mi sono sentita parte di qualcosa di immenso e meraviglioso.



P.s. grazie Bachan per la bellissima esperienza che mi hai regalato! 

venerdì 15 giugno 2012

“You can chant, you can breathe, you can move”.

 È ancora periodo di mattana per Kalyan: tante idée per la testa e tanta confusione. Mi sembra di non avere nulla sotto controllo ed anche la meditazione va male. In realtà la meditazione non può andare né bene né male, ma è quello che è. Diciamo che intendo più che altro il calo di motivazione, questo sentire che la mente con sue sciocche ragioni sovrasta la volontà della mia anima con una  prepotenza senza fine.

Mi siedo, comincio a meditare e la mente sbuffa. Apro gli occhi, guardo quanto tempo è passato. Riprendo. La mia mente si perde di nuovo dietro qualche “film”. Riprendo. Mi viene in mente quello che devo fare dopo. Respiro di nuovo. “Ma che sto facendo invece di meditare?”. “Possibile che non sia in grado di metterci un po’ più di impegno?”. “Alla fine non mi obbliga mica nessuno!”.

Certi giorni poi la mente trova una giustificazione per saltare e mi viene in mente che neanche due mesi fa, mi alzavo con gioia e motivazione dal letto per la mia piccola sadhana. Ma tutto è impermanente ed il pensiero non sfugge di certo alla legge che regola il Tutto.

Darsi una disciplina da sempre buoni frutti: quella bertuccia della mente altrimenti se ne va in giro a fare dispetti. Li fa alla mia anima, li fa al mio cuore.  Eppure anche in questo marasma, che per alcuni è “sentirsi vivi” (mai sentito stupidaggine più grande: meno siamo centrati e presenti a noi stessi e più siamo addormentati nel sogno della vita!), mi capita di sentire il cuore che urla vendetta. È così per esempio stamani mi sono alzata mezz’ora prima per leggere il Japji Sahib.

E mi viene spesso in mente la frase di Yogi Bhajan che ripeteva Shiv Charan Singh (che per me è il primo vero Maestro che ho incontrato nell’ambito dello Yoga Kundalini). Diceva sempre che qualsiasi cosa succeda, finché sei vivo, “you can chant, you can breathe, you can move” (puoi cantare, puoi respirare, puoi muoverti). E trovo che questa affermazione raccolga la quintessenza dello yoga Kundalini. Si cantano mantra, si respira consapevolmente e ci si muove durante kriya e spesso anche nelle meditazioni.

E spero che porterò sempre con me questa tecnica che studio e continuo a sperimentare. Sarà per me talvolta rifugio, talvolta gioia, ma sempre, sempre, uno strumento per imparare a percepire la realtà per quella che è.


martedì 5 giugno 2012

Tempo di eventi!

Con l'avvicinarsi dell'estate arrivano tante iniziative da svolgere all'aria aperta! Vi elenco brevemente i festival e le iniziative che si svolgeranno nelle prossime settimane:


YOGA FESTIVAL Roma: questo week-end, dall'8 al 10 giugno presso il parco di Villa Pamphilj.  Tantissime le iniziative in corso: meditazione, olistica, conoscenza, musica, esperimenti, danze, canti immersi nel verde. Per vedere tutte le iniziative clicca qua.
www.yogafestival

AURORA Festival di Natura e Spirito: nella meravigliosa Val D'Orcia a Pienza (Siena) un festival sulle tradizioni di guarigione del mondo, con la possibilità di incontrare grandi maestri spirituali dall’Amazzonia, dal Tibet e dal Vaticano, con guaritori, ricercatori, artisti e accademici di tutto il mondo. Per vedere il programma dei seminari, conferenze e insegnamenti, cerimonie, eventi culturali e artistici:   www.aurorafestival.org

www.aurorafestival.it
YOGA SHAKE a Viterbo: domenica 17 giugno si bissa la deliziosa iniziativa che ha avuto un enorme successo lo scorso anno. Durante tutto l'arco della giornata sarà possibile partecipare a mini lezioni di yoga (Kundalini, Iyengar, Ashtanga, Nidra, Anusara, Jivamukti e baby yoga!), e sperimentare varie tecniche di massaggio. Il programma dettagliato lo trovate qua.


Vi segnalo inoltre Eventi Etici, un nuovissimo portale da tenere sott'occhio per essere sempre aggiornati su questo tipo di iniziative, e la sezione dello Joga Journal sui convegni e per un po' di pratica si può cercare nella sezione stages.


venerdì 1 giugno 2012

Il richiamo del Japji Sahib.

Fino a qualche mese fa, nonostante già fossi più che instradata sulla via dello yoga, credevo ancora che leggere un testo sacro fosse una cosa insensata, una cosa che non può produrre alcun effetto.

Come può una lettura illegibile produrre effetti sulla nostra mente? A primo impatto solo a guardarla pensi che non riuscirai mai a leggerla: "ma come sono accoppiate queste lettere? Io ci metterei più vocali!". Ovviamente non mi riferisco all'alfabeto gurmukh, ma alla traduzione di quei suoni nel nostro alfabeto.

Ed invece, quando ci cimenti nella lettura del Japji guidato da un maestro o dalla sua registrazione, succede qualcosa di strano: ti accorgi presto che non è così impossibile. Magari non la prima o la seconda volta, ma già dalle volte successive qualcosa accade. 

Accade che il suono risulta familiare. E ti ritrovi a saper leggere, anche se un po' grossolanamente intere righe.  Questa è un po' la caratteristica della lingua gurmukh: pare che sia stata ideata con suoni primordiali ed onomatopeici. Ma personalmente farne l'esperienza è tutt'altro che leggerlo in un libro. 

Essendo un canto, ha ovviamente anche un signor-significato: sono le parole che ha pronunciato Guru Nanak dopo essersi Risvegliato. Una volta avutane l'idea, conoscerne la traduzione a memoria non serve a nulla. 

Stamani quando ha suonato la sveglia per la mia piccola Sadhana (che troppo spesso ultimamente ho rimandato alla sera), mentre la mia cagnolina festosa mi sbaciucchiava un braccio, il primo pensiero è stato "Japjii". E così è stato. Come un richiamo. E' la seconda volta che mi succede e non mi spiego neanche il perché. Ed al momento non è neanche così importante.

Forse succede solo perché "Jap" significa canto e "Ji" significa anima: il canto dell'anima


giovedì 31 maggio 2012

Kalyan is back!

Ebbene sì, lo ammetto vi ho un po' trascurato...ma la scimmia (o le 11 scimmie, come sostiene Yogi Bhajan) hanno preso possesso di me e non mi hanno lasciata quasi mai in pace!

Questo si è tradotto in un brusco calo di motivazione, interruzioni della Sadhana la mattina (posticipata alla sera)...confusione generale, tante idee e poche messe in pratica. Beh questa è una  mia caratteristica, non ci posso fare nulla. 

Essere flessibile mi ha sempre resa dispersiva. Ho sempre avuto tante belle idee, ma non le ho messe quasi mai in pratica. Mi sono sempre sentita come una persona che sa fare tutto,che impara velocemente, ma che non si è mai focalizzata su una dote in particolare. 

Anche e  sopratutto perché qua lo ammetto e qua (non!) lo nego: sono sempre stata convinta che avrei dovuto lavorare nel mondo della moda.

E' proprio grazie a questo blog, che mi sono resa conto di quanto sia facile per me scrivere e, soprattutto, di quanto mi piace! I 3.000 accessi che ho avuto ed il primo piccolissimo guadagno con il blog mi hanno fatto capire che ho qualcosa da dare. A me stessa in primis perché sento come se per la prima volta stessi riuscendo a focalizzare le mie energie in qualcosa che mi piace, che mi rilassa. 

In questa vita ci troviamo spesso a vivere a metà, a non dare ascolto al cuore. Nonostante riconosca a stento la sua voce, sento che mi sta parlando. Mi dice che il mio karma è essere Flavia, ed il mio Dharma è essere Kalyan. E posso essere entrambe, almeno per ora, senza togliere niente a nessuna delle due.



P.S. per i miei affezionatissimi lettori: seguitemi con Blogovin, trovate il bottone in alto a destra. Grazie!

lunedì 21 maggio 2012

Falsi miti e verità sullo yoga secondo W. J. Broad.

Sfogliando lo Yoga Journal di maggio mi sono imbattuta nell’ennesimo articolo sul libro “The science of yoga” di W. J. Broad di cui tanto si è parlato grazie ad una riuscitissima operazione di marketing.

Qualche mese fa infatti apparve sui quotidiani un articolo che parlava della “pericolosità” dello yoga. La notizia nasceva proprio dal fatto che il libro in questione contiene un intero capitolo sui possibili danni che la disciplina può causare al corpo se le posture non vengono fatte nel rispetto dei propri limiti. Secondo il parere di chi l’ha letto (non è ancora uscita la versione in italiano), pare che in realtà questa parte stoni molto con il resto del volume. Da qui l’idea che nasca proprio come politica pubblicitaria  non me lo toglie dalla testa nessuno.

Per tranquillizzarvi vi posso intanto comunicare che la pericolosità è legata generalmente ad un abuso del corpo senza lo stretto controllo di un valido insegnante. In particolare Broad sostiene poi che alcune posture sono sconsigliabili a causa della pressione che la spina dorsale, una volta allungata, può apportare al cervello. Ci si riferisce ad esempio con la posizione della candela, dell’aratro ed in generale con tutte le asana che allungano il tratto cervicale.

Nell’attesa che esca anche nella nostra lingua, vi riporto alcune verità e falsi miti che il libro svela:

FALSI MITI:
FATTI:
è una disciplina antica
nelle forme in cui viene praticato oggi, risale agli anni ‘20
ha radici spirituali
nasce come culto sessuale
fa miracoli
é fonte di cambiamenti che scambiamo per miracoli
alza il livello di ossigeno
nelle respirazioni più veloci diminuisce il livello di ossigeno nel cervello
velocizza il metabolismo
rallenta il metabolismo
fa perdere peso
rallentando il metabolismo, se non si cambiano abitudini alimentari, casomai fa prendere peso
(fonte: Yoga Journal)

Al di là delle polemiche pare che il libro sia molto interessante perché scritto da un occidentale con lo scopo di dare una chiave di lettura il più possibile scientifica ad un fenomeno in costante crescita.  


E con questo facciamoci tutti un esame di coscienza e domandiamoci se lo facciamo perché va di moda, o perché vogliamo lavorare per vivere in maniera più consapevole. La cosa buona è che si può cominciare per le ragioni più disparate ma ci si ritrova dopo pochi mesi a rendersi conto che si sta “sistemando”  qualcosa di molto più grosso di un banale problema di schiena o di ansia che sia.


lunedì 7 maggio 2012

Un passo avanti e tre indietro.

Una domanda che mi pongo spesso è come si possa crescere spiritualmente immersi in questa società. A volte mi pare di fare un passo avanti, poi in un attimo li faccio tre indietro. Con “passi” poi non intendo dire che sto diventando un Bodhisattva, ma semplicemente che sono stimolata a vedere il mondo sotto altri occhi dalle letture e dalla pratica yoga che faccio. (Almeno questo è il tentativo).

Poi però basta sfogliare un giornale, vedere una pubblicità che ci cattura, come pure frequentare persone normali che hanno scelto di non tentare di buttarsi un cammino spirituale  (almeno non in questo momento) che ci si ritrova in un attimo come se niente in noi si fosse mosso. Come prima, con una consapevolezza diversa. Sì ma il giorno dopo! Al massimo qualche sprazzo di lucidità durante l’aperitivo, subito soffocato da una sigaretta ed una sorsata di vino.

In un attimo ci si ritrova a scegliere cosa indossare per sembrare diversi, a constatare con odio il chilo o la ruga in più. Ci si ritrova in centro incollati come ebeti ad una vetrina a desiderare una borsa costosissima. (Nel mio caso da 1.200€: ci potrei sfamare un villaggio in Africa per un anno). Per non parlare della tentazione di ritoccarsi il viso e tentare una strenua resistenza accettandosi per quello che si è e dover sentir dire che "se le fanno tutti"...

E l’essere vegetariani dove lo mettiamo? Solo parlarne a casa o con i miei amici mi ha stressata al punto che fuori casa mangio carne (a casa perlomeno l’unica carne che circola è quella per la mia cagnolina). Ed anche qua non ho il coraggio di fare il passo in più che sento, di uscire dal coro. È davvero difficile farlo. 

Ecco, io allora mi domando come si possa uscirne. E soprattutto mi rendo conto che tutto questo io me lo merito. Me lo merito perché ho sempre e solo cercato il divertimento sfrenato, essere alla moda, essere una “trendy”. A che serve tutto ciò? Forse a capire sulla propria pelle che la vita non è questo. Forse era un percorso che io in un certo qual modo dovevo fare. Niente ci arriva per caso. 

Come è abbietta la mente, la motivazione cala e ti trovi a cercare appigli dove puoi. Nel mio caso il quarto modulo del Teacher Training cade proprio a fagiolo! E la speranza cui mi aggrappo è quella di tentare di accendere una scintilla di interesse nelle persone che frequento, per trovare una spalla o anche semplicemente uno sfogo nei confronti di tutto un mondo che mi sto scoprendo dentro ma che non posso condividere se non nel mio blog. E tutto questo è molto molto umano e davvero poco trascendentale.


mercoledì 2 maggio 2012

Tutti in cucina: oggi si prepara la crema...idratante!


Oggi vi volevo segnalare la possibilità di scaricare gratuitamente un’interessante libro di ricette naturali per prendersi cura del nostro del nostro corpo in maniera naturale ed economica (che in periodo di crisi non guasta mai!). Se anche voi siete stufe di spendere per prodotti che promettono miracoli (a cui non  avete mai creduto) e di pagare prezzi esorbitanti, state leggendo il post che fa per voi.

La particolarità del libro sta nel fatto che gli ingredienti sono davvero facilmente reperibili, anzi vi stupirete di averli già quasi tutti nella vostra cucina! 

In considerazione del fatto che il mio viso è parzialmente sfregiato da una dermatite, direi che per quanto mi riguarda è proprio il caso di provare la prima ricetta ed il  detergente viso hand made è proprio quello che fa per me!


Detergente al coriandolo, ginepro e zenzero.
Ingredienti per 250 grammi circa di detergente:

200 grammi di farina di grano saraceno
2 cucchiai di semi di coriandolo
2 cucchiai di bacche di ginepro
1 cucchiaio di zenzero in polvere.

Procedimento: polverizzate la farina e le spezie nel macinacaffè elettrico. Mescolate farina e spezie e setacciate il tutto con il setaccio finissimo.  Conservate in un barattolo chiuso. Si conserva per più di 6 mesi a temperatura ambiente.

Come utilizzarlo: versate un po’ di farina nel cavo della mano e strofinate la farina sulla pelle bagnata, viso compreso, formando una crema; se necessario aggiungete un po’ d’acqua. Massaggiate e sciacquate.

La ricetta promette una perfetta detersione, lasciando la pelle levigata e profumata. È tonificante e dermopurificante, e ha un profumo fresco. Un ultimo consiglio! Cercate di mantenere il tutto quanto più sterile possibile così da non favorire la presenza di batteri nel composto. Questo latte detergente può essere conservato come ogni comune (velenosissimo) detergente che abbiamo usato fino ad oggi. 

Il libro in questione è di Francesca Marotta “Cosmesi naturale pratica. Come fare in casa prodotti di bellezza con ingredienti facili, sani, efficaci e gustosi” ed è scaricabile al seguente link: http://www.stampalternativa.it/liberacultura/?p=164 

Buona lettura a tutti! :)




venerdì 20 aprile 2012

La via dello yoga.

Lo yoga non consiste in una coperta rappezzata,
né in un bastone, né in ceneri cosparse sul corpo!
Lo yoga non consiste in anelli portati alle orecchie,
né in un capo rasato, né nel suonare conchiglie.

Rimani puro fra le impurità del mondo:
così troverai la via dello yoga.
Lo yoga non è una questione di parole:
colui che, abbracciandoli in un solo sguardo,
considera uguali tutti i mortali,
quello può essere chiamato uno yogin!
Lo yoga non consiste nel visitare monumenti funerari

né luoghi di cremazione;
lo yoga non consiste nello star seduti in estasi.
Lo yoga non consiste nel vagare nella propria terra o in terre straniere,
né nel bagnarsi nei sacri tirtha.
Rimani puro fra le impurità del mondo:
così troverai la via dello yoga.


Se si incontra il Vero Guru il dubbio è disperso
e cessa il vagare della mente.
Piove ambrosia, si ode la musica divina del sahaj
e l’uomo è felice nella sua stessa casa.
Rimani puro fra le impurità del mondo:
così troverai la via dello yoga.
Oh  Nanak, sii come morto nel mezzo della vita:

tale è lo yoga che devi praticare.
Quando la conchiglia suona senza bisogno di soffiarvi,
tu stai per conquistare la condizione che non conosce paura.
Rimani puro fra le impurità del mondo:
così troverai la via dello yoga".

Guru Nanak