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martedì 20 marzo 2012

Perché tenere un diario sulla meditazione.


Oggi voglio parlarvi delle motivazioni per cui tenere un diario di meditazione. 

Scegliete un bel quaderno, un’agenda, o un block notes e cominciate oggi stesso. C’è anche chi predilige il formato elettronico, ma io consiglio vivamente di usare carta e penna come si faceva quando eravamo giovani adolescenti tormentati e tenevamo un  diario, o scrivevamo poesie.

Il diario di meditazione serve ad prendere nota di tutti i cambiamenti che la meditazione porta nella nostra vita e come ci approcciamo ad essa. Ci si scrive alla fine della nostra sessione di meditazione, cercando di sforzarci di farlo tutti i giorni. Annotiamo tempi, sensazioni, pensieri ricorrenti, flusso di energia percepito (o sua carenza)…insomma tutto quello che è successo durante la seduta di meditazione che secondo noi è degno di nota.

Io ho cominciato anche a annotare il cibo ingerito la sera prima, così da poter analizzare gli effetti dell’alimentazione sulla vibrazione energetica del corpo. Lo faccio perché voglio testare se la sensazione di leggerezza che ho provato eliminando la carne ha un reale riscontro sui miei flussi energetici. Quando sarà il momento, se arriverà, la eliminerò del tutto. Non lo voglio fare solo per una motivazione etica, ma spero di farlo anche per un benessere i cui effetti voglio testare personalmente. Non mi basta leggerli da qualche parte, voglio capire se vanno bene per me. 
  
Quale migliore occasione per analizzare il mio sistema corpo-mente-anima se non la pratica del mattino? Quando al risveglio faccio la mia sadhana, che consiste in una serie di esercizi per il risveglio della kundalini, per rafforzare il mio centro e una meditazione, ho l’opportunità  di osservare le reazioni di corpo e mente. E non c’è un punto di arrivo, ma sicuramente c’è un punto di partenza.

Grazie al diario di meditazione posso prenderne nota, così da avere uno strumento tutto personale di indagine nei meandri della conoscenza di me stessa. Fino a poco tempo fa vivevo distrattamente, senza dare ascolto ai segnali che mi dava il mio corpo. Ero assorbita totalmente dai miei turbinii mentali e non riuscivo neanche a dare importanza ad altro. Oggi non posso certo affermare che la mia mente si sia acquietata, ma sicuramente ha dei nuovi imput su cui lavorare. Per poi imparare un giorno a “disimparare” anche questo.

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