Una carissima amica, forse la più cara, ha risposto ad una rivista online che chiedeva alle lettrici che cosa fosse il sale della vita per loro. Dato che l'ho trovata molto significativa (non ne avevo dubbi, conoscendo l'anima della mia amica), le ho chiesto se potevo pubblicarla e così ve la riporto:
….entrare in un negozio bio, trovare dimostrazione didattica su come si fa il formaggio e tanti bambini incantati a guardare…. ritornare indietro di una ventina d’anni e ricordare quando la mia nonna il formaggio lo faceva in una casa di campagna vera, con gli animale veri e il cibo bio vero, quando il bio non esisteva… il nonno che riportava il latte caldo appena munto, lei che lo faceva bollire sul camino e poi la cagliata e tutto il naturale provcedimento, dalla mozzarella, alla forma del formaggio messa in uno stampo di legno vecchio chissà quanto, alla ricotta finale che io aspettavo con trepidazione per mangiare con la marmellata, sempre fatta dalla nonna con la frutta dei suoi frutteti… tutto quell’impasto caldo e vivo che la nonna mi faceva toccare, maneggiare, mangiare… e poi portare la forma del formaggio in soffitta al buio, dove tanti altri prodotti della loro terra erano riposti, ognuno con il suo odore inconfondibile e oramai perduto, dove l’odore forte del formaggio ti entrava nello stomaco, riporre quel formaggio tra tra tanti altri ed aspettar e i ritmi giusti della natura prima di mangiarlo sulla pasta fatta in casa, sempre dalla nonna… non so quei bambini nel negozio bio che idea si sono fatti su come si fa il formaggio, ma sicuro non gli rimarrà per tutta la vita quel profumo, quella preparazione lenta, naturale e vera, quella nostalgia di un tempo che, allora non apprezzavo, ma che oggi ritengo l’eredità più preziosa che i miei nonni potevano lasciarmi… questa è una sensazione per cui vale la pena vivere…
Moira
Nessun commento:
Posta un commento