Pagine


lunedì 16 aprile 2012

Pranayama: il respiro della vita.


I have no body - Io non ho corpo

I have no mind - Non ho mente

I have no spirit - Non ho spirito

I’m just the breath of God - Sono solo il respiro di Dio

The breath of life - Il respiro della vita

The breath of life - Il respiro della vita

The breath of God - Il respiro di Dio.

                              - Yogi Bhajan


Curiosando tra gli appunti del Teacher Training 1, ho trovato la questa bellissima citazione di Yogi Bhajan che ci ha riportato la nostra insegnante quando ha cominciato a porre le basi della scienza del respiro: il pranayama.


Il pranayama fa parte del più ampio progetto di rieducazione delle mente a cui si lavora con lo yoga e la meditazione. Tra i gradini prefigurati da Patanjali che ci guideranno in direzione di samadhi (il risveglio), è sicuramente un passo fondamentale. Il pranayama ci insegna che il respiro, come pure il corpo e la mente, non ci appartengono, ma sono di Dio. Con la parola “Dio” nel Kundalini non si intende necessariamente il Dio cristiano personificato, ma un’Entità superiore di cui tutto fa parte. Possiamo chiamarlo in tanti modi e Yogi Bhajan non disdegna di chiamarlo Dio.

Così è la vita che ci respira. Dio ci respira. Con il pranayama si costruisce una relazione con questa Entità, comprendendo di far parte di qualcosa di più ampio della nostra limitata corporeità e della nostra limitata mente.


Queste verità sono lontanissime per noi che siamo abituati a pensare che corpo e mente ci appartengano. La nostra società è sempre più ego-centrica e questo non fa che acuire la nostra errata visione delle cose. In realtà sono solo costruzioni mentali, ma sono così radicate in noi da sembrarci delle verità. Così ci ritroviamo a dare per scontato che il respiro sia nostro, che siamo noi a respirare.


Il respiro è l’essenza stessa della nostra esistenza. È il primo ed ultimo atto di questa nostra incarnazione. Mediante questo strumento di vita possiamo disciplinare la mente e connetterci con l’anima. Migliorandone la fisiologia possiamo intraprendere un percorso di connessione con i suoi aspetti più mistici. 

Portando l'attenzione al respiro si nota facilmente come questo cambi a seconda degli stati d'animo. Quando si è agitati ad esempio la respirazione è corta e toracica. Regolandola e facendola diventare lenta e profonda si nota subito che l'agitazione diminuisce. Il respiro infatti è l'unica attività automatica del nostro corpo sulla quale possiamo interferire. Non possiamo far battere il nostro cuore meno velocemente (perlomeno non direttamente!), ma sul respiro possiamo intervenire. Ed i vantaggi nell'acquisire maestria nel pranayama sono immensi.


Il prana è l’energia che ci da nutrimento. Niente di più semplice. Non dimentichiamoci mai di respirare e buona pratica a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento