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lunedì 7 maggio 2012

Un passo avanti e tre indietro.

Una domanda che mi pongo spesso è come si possa crescere spiritualmente immersi in questa società. A volte mi pare di fare un passo avanti, poi in un attimo li faccio tre indietro. Con “passi” poi non intendo dire che sto diventando un Bodhisattva, ma semplicemente che sono stimolata a vedere il mondo sotto altri occhi dalle letture e dalla pratica yoga che faccio. (Almeno questo è il tentativo).

Poi però basta sfogliare un giornale, vedere una pubblicità che ci cattura, come pure frequentare persone normali che hanno scelto di non tentare di buttarsi un cammino spirituale  (almeno non in questo momento) che ci si ritrova in un attimo come se niente in noi si fosse mosso. Come prima, con una consapevolezza diversa. Sì ma il giorno dopo! Al massimo qualche sprazzo di lucidità durante l’aperitivo, subito soffocato da una sigaretta ed una sorsata di vino.

In un attimo ci si ritrova a scegliere cosa indossare per sembrare diversi, a constatare con odio il chilo o la ruga in più. Ci si ritrova in centro incollati come ebeti ad una vetrina a desiderare una borsa costosissima. (Nel mio caso da 1.200€: ci potrei sfamare un villaggio in Africa per un anno). Per non parlare della tentazione di ritoccarsi il viso e tentare una strenua resistenza accettandosi per quello che si è e dover sentir dire che "se le fanno tutti"...

E l’essere vegetariani dove lo mettiamo? Solo parlarne a casa o con i miei amici mi ha stressata al punto che fuori casa mangio carne (a casa perlomeno l’unica carne che circola è quella per la mia cagnolina). Ed anche qua non ho il coraggio di fare il passo in più che sento, di uscire dal coro. È davvero difficile farlo. 

Ecco, io allora mi domando come si possa uscirne. E soprattutto mi rendo conto che tutto questo io me lo merito. Me lo merito perché ho sempre e solo cercato il divertimento sfrenato, essere alla moda, essere una “trendy”. A che serve tutto ciò? Forse a capire sulla propria pelle che la vita non è questo. Forse era un percorso che io in un certo qual modo dovevo fare. Niente ci arriva per caso. 

Come è abbietta la mente, la motivazione cala e ti trovi a cercare appigli dove puoi. Nel mio caso il quarto modulo del Teacher Training cade proprio a fagiolo! E la speranza cui mi aggrappo è quella di tentare di accendere una scintilla di interesse nelle persone che frequento, per trovare una spalla o anche semplicemente uno sfogo nei confronti di tutto un mondo che mi sto scoprendo dentro ma che non posso condividere se non nel mio blog. E tutto questo è molto molto umano e davvero poco trascendentale.


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